Si parla tanto (mai abbastanza, a dire il vero) di sicurezza sul lavoro e dell’importanza della formazione aziendale, ma è un tema sul quale continua a esserci una certa diffidenza e fastidio, come se si trattasse solamente di una serie di adempimenti da rispettare. Eppure insistere sull’argomento e investire a livello aziendale sulla sicurezza è quanto di più importante si possa fare. Sia perché, come vedremo, sono tanti i vantaggi (non solo prettamente di obblighi di legge), ma anche e soprattutto perché i risultati registrati negli ultimi anni confermano che questa è la strada da seguire.
Gli ultimi dati dell’INAIL, infatti, mostrano come nel primo trimestre del 2025 le denunce di infortuni sul lavoro abbiano subito un calo del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’incidenza dei casi di infortuni ogni 100.000 lavoratori è inoltre diminuita del 15,3% rispetto al 2019.
Diminuire ora l’attenzione sarebbe un errore gravissimo, anche tenendo conto del tragico dato per cui gli incidenti sul lavoro con esito mortale continuano ad aumentare.
Cos’è la sicurezza aziendale
L’errore più grande che si può commettere è pensare che la sicurezza sul lavoro sia solamente un insieme di norme, divieti e obblighi da rispettare. La sicurezza in un’azienda è innanzitutto un insieme di valori, attenzioni e comportamenti condivisi da tutti coloro che lavorano presso quella realtà professionale, con lo scopo di proteggere la loro salute, ridurre i rischi e prevenire gli incidenti.
È innanzitutto una prospettiva e uno sguardo d’insieme perché le leggi e le norme possono arrivare fino a un certo punto, la differenza la fanno coloro che si trovano fisicamente in azienda. Per gli imprenditori e i responsabili delle sedi di un’azienda è fondamentale dotare quel luogo di lavoro e i professionisti che vi svolgono le loro mansioni, di tutti gli strumenti utili a prevenire un infortunio e a gestirlo prontamente, ma anche a trasmettere loro (quindi credendoci in prima persona) la cultura della sicurezza.
E qui entra in gioco la formazione.
Perché la formazione è fondamentale per la sicurezza sul lavoro
Coltivare una cultura della sicurezza sul lavoro comporta benefici incalcolabili per tutti. Vi è, innanzitutto, un miglioramento del benessere di dipendenti e collaboratori, con la creazione di un luogo di lavoro positivo e, anche per questo, maggiormente produttivo. Inoltre investire sulla sicurezza rende quell’azienda più attraente per i professionisti, i collaboratori e i giovani che vogliono intraprendere un percorso di carriera e riducendo il numero di dimissioni e sostituzioni (con tutti i costi e i tempi associati).
Se la sicurezza sul lavoro è una scelta conveniente sotto tutti i punti di vista, la formazione è il mezzo tramite il quale raggiungere questo fine. Questo perché la formazione aiuta ciascun professionista ad acquisire conoscenze e consapevolezze specifiche per il ruolo che svolge così da sapere quali sono i rischi, evitarli e adottare comportamenti virtuosi.
Il compito della formazione non è semplicemente trasmettere nozioni – motivo per cui è fondamentale affidarsi a un partner qualificato – ma di educare ogni professionista ai rischi cui va incontro nello svolgimento delle proprie mansioni. La sicurezza aziendale va prima pensata e, solo dopo, con questa prospettiva, messa in pratica.
Normative di riferimento e obblighi formativi in Italia
A titolo non esaustivo riportiamo quelli che sono i principali riferimenti legislativi vigenti in Italia, anche tenendo conto delle recenti novità normative in materia di sicurezza sul lavoro:
- D.Lgs. 81/2008 – Testo Unico sulla Sicurezza
- D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche
- Accordo Stato Regioni n. 221/CSR del 21 dicembre 2011
- norma UNI ISO 45001:2018 sui sistemi di gestione per la SSL
- accordi nazionali
- accordi di categoria
- disposizioni aziendali
È quindi necessario che ogni lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata ai rischi specifici ricordando che tali attività devono essere svolte durante l’orario di lavoro e senza oneri a carico dei dipendenti.
Tipologie di formazione in ambito sicurezza
Quando si parla di formazione in materia di sicurezza sul lavoro, è doveroso distinguere diverse tipologie di obblighi e strumenti con i quali perseguire questi obiettivi. Partiamo dalle diverse tipologie di formazione che si distinguono in base al ruolo di ciascun lavoratore e alle mansioni di cui si occupa. Possiamo così riassumere queste diverse tipologie di formazione:
- Corso di Formazione dei lavoratori Generale e specifica (obbligatoria) – da svolgere contestualmente all’inizio del rapporto di lavoro
- Corsi di aggiornamento periodici – da prevedere a seconda della tipologia di corso svolto
- formazione specifica – prevista in caso di cambio di mansione e introduzione di nuovi attrezzature o processi di lavoro
Come detto la formazione va poi declinata tenendo conto del ruolo svolto in azienda da ogni lavoratore: datore di lavoro, dirigente, preposto, rappresentante dei lavoratori (RLS), addetti al servizio di prevenzione e protezione (ASPP), responsabili del servizio di prevenzione e protezione (RSPP).
Come costruire un piano formativo efficace sulla sicurezza
Il datore di lavoro ha l’obbligo di prevedere la formazione sulla sicurezza aziendale, definendo le modalità, la durata e i contenuti. Per farlo deve partire dalla valutazione dei rischi specifici dell’ambiente di lavoro e l’analisi delle esigenze formative (un’officina meccanica ha rischi diversi rispetto a quelli di un ufficio amministrativo o di un laboratorio chimico). Definendo poi gli obiettivi vanno sviluppati contenuti formativi pertinenti e concreti, che siano realmente utili ed efficaci, sfruttando le diverse modalità di erogazione (in presenza, a distanza, simulazioni, ecc.). Due sono gli aspetti cruciali per sviluppare un piano formativo efficace:
- la scelta dei formatori
- il coinvolgimento dei dipendenti
Dalla capacità dei formatori passa la differenza – non sempre sottile – tra un corso utile e uno realizzato solo per adempiere a un obbligo. Il formatore è anche colui che si occupa di verificare l’apprendimento così da comprendere quanto è stato realmente recepito su un argomento di cui, ciascuno a suo modo, è protagonista e diretto responsabile.
Questo è uno dei valori più importanti da trasmettere: la sicurezza sul lavoro non è un obbligo che altri devono garantire (al netto delle responsabilità previste dalla legge). Questo perché se non ci si occupa e preoccupa della sicurezza la prima figura che ci rimette è il lavoratore stesso, che subisce sul proprio corpo e benessere psicofisico le conseguenze. È quindi il singolo lavoratore, qualunque sia il suo ruolo, la sua posizione, mansione e anzianità che va coinvolto per fornirgli una formazione che sia per lui davvero utile.
Il lavoratore non deve solamente imparare qualcosa, ma entrare in una dinamica nuova per cui egli è il primo responsabile della propria sicurezza e di quella dei colleghi. Questo approccio lo porta a informarsi e capire quali sono i rischi, così come a informare la figura di riferimento sui possibili problemi emersi durante lo svolgimento delle attività di lavoro (segnaletica non più visibile, assenza dei dispositivi di protezione individuale, strumentazione obsoleta o difettosa).
Alla base dell’efficacia di qualsiasi formazione alla sicurezza sul lavoro c’è la collaborazione: gli interessi in gioco sono altissimi e di interesse comune.